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Parlare di Erik Satie in un breve spazio è un’impresa impossibile .
La sua opera =la sua vita= la sua opera, che poco successo gli ha tributato in vita, é un compendio imprescindibile della storia del 900, qualcosa che va ben oltre i suoni delle sue musiche e la follia surreale dei suoi scritti. Di queste memorie di un amnesiaco è cosparsa la storia dell’arte contemporanea . Immergersi nella sconfinata rappresentazione del suo lavoro è un contributo straordinario alla comprensione del cosiddetto secolo breve.
Personaggio leggendario della musica moderna, amato già ai tempi delle prime avanguardie per il suo spirito bizzarro, irriverente e acutissimo, Satie si è rivelato col tempo uno dei Santi Protettori, insieme a Duchamp, di tutta la concezione moderna dell’arte… Ornella Volta (Quaderni di un mammifero Adelphi 1980)
“Satie ci è indispensabile, Satie è stato un ponte cruciale verso la concezione di una musica aperta alla casualità, al silenzio e all'immersione nell'ambiente sonoro” John Cage
“Satie era l'unico musicista che aveva gli occhi”. Man Ray
““I suoi brani sono come schizzi a carboncino per gli oli che sono venuti dopo”, Noriko Ogawa
“Non ha avuto successo durante la sua vita, ma tutte le sue idee si sono realizzate” Noriko Ogawa
“Satie era come un uomo che aveva imparato solo tredici lettere dell'alfabeto ma era determinato a crearne una letteratura”. Contamine de Latour
Satie aveva incorporato il mondo del music hall e del jazz in un linguaggio che non si era tanto sviluppato quanto ampliato per accogliere il dadaismo, il surrealismo e la tempesta di idee che soffiava su Parigi, capitale del mondo artistico dell'epoca. Queste influenze disparate condividono qualità correlate. Sono anonime, popolari e universali. Satie imparò più dalla musica delle chiese, delle strade e da locali come Le chat noir ,che dagli otto anni di studi riluttanti e infruttuosi al Conservatorio di Parigi. Con la sola eccezione di Claude Debussy, gli artisti che più influenzarono Satie non erano musicisti.
Da dove proviene la musica di Satie? La risposta non è un semplice elenco di persone e figure di potere che lo hanno influenzato. I modi dell'antica Grecia e il canto gregoriano, ad esempio, tracciano il flusso impassibile delle quattro Ogives (pubblicate nel 1889) e di gran parte della musica per pianoforte dei primi anni fino al 1893.
Il primo minimalista e il primo musicista ambient. Brian Eno
L’ambient Eno e Satie. Erik Satie nei primi del Novecento aveva inventato la musique d’ameublement immaginando brani ,che non focalizzassero solo sull’ascolto, ma che abitassero lo spazio . Negli anni 70 Brian Eno consegna a queste straordinarie intuizioni di Satie un profilo artistico codificato : l’ambient music. I suoi 4 dischi:#1,#2,#3,#4 spostano l’ascolto dalla centralità del contenuto alla qualità della presenza. La musica come atmosfera, non come racconto, ma come tempo che scorre. La musica ambient lenta, rarefatta e ipnotica si afferma come una risposta estetica, e filosofica, al nostro tempo frenetico.
Extr. da Tommaso Lupo, Papi Salonia
Il minimalismo, l’antinarratività.Glass, Reich,Riley,La Monte Young
Composizioni come “Gymnopédies” (1888), “Gnossiennes” (1890) e soprattutto “Vexations” (1893) - che introduce il concetto di ripetizione (il suo spartito consiste in una sola pagina da ripetere 840 volte per un totale di circa 18 ore) aleggiano all’origine del minimalismo
La musica contemporanea senza Satie non esisterebbe così come l’ascoltiamo, Anche la musica classica è stata fortemente attratta da Satie, ma anche il punk, l’house ed il rock magari inconsapevolmente ci hanno fatto i conti. Florian Fricke
“C’è qualcosa ch’io non abbia pesato e misurato? Tutto Beethoven, tutto Verdi, eccetera. È molto strano. La prima volta che feci uso di un fonoscopio, osservai un si bemolle di media grandezza. Non ho mai visto, ve lo assicuro, nulla di più ripugnante. Chiamai il mio cameriere per farglielo vedere. Sulla fonobilancia, un fa diesis qualsiasi, del tipo più comune, toccò i 93 chili. Era stato emesso da un tenore molto grasso, che pesai ugualmente…E.Satie
Perché un uomo è bello? Perché, tra tutti gli animali, è il solo che se lo dice. E.Satie
Che cos’è l’Uomo? Una povera creatura messa su questa terra per dar fastidio agli altri uomini” E.Satie
Estratti dagli scritti di Satie tradotti e raccolti da Ornella Volta in “Quaderni di un mammifero”(Adelphi 1980)
Quando Satie possedeva poco più di un pianoforte e i vestiti che indossava, scrisse la sequenza di tre Gymnopédies (iniziata nel 1888) e sette Gnossiennes per le quali è ancora oggi famoso, oltre a due partiture teatrali a tema religioso che sono state quasi completamente dimenticate.
Viveva in un appartamento che chiamava “l’Armadio” di sole due stanze, di cui una era sempre chiusa a chiave . Alla sua morte, la sua stanza ad Arcueil apparve agli amici che vi mettevano piede per la prima volta come «un’immensa ragnatela». Lì, in un’agglomerazione indistinta di oggetti eterocliti, reliquati di epoche scomparse, si trovarono quattromila bigliettini nitidamente calligrafati, riposti in scatole di sigari, e un numero imponente di ombrelli. Era quella la tana di un «mammifero» di una specie che contava un solo esemplare… Ornella Volta (Quaderni di un mammifero Adelphi 1980)